La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO DUODECIMO 191
a piede e chi a cavallo, nelT atrio arcivescovile. Donde parte occuparono il duomo con le suetorri, parte s'indirizzarono al pubblico palazzo. Stavano i capitani a stretto consiglio col podestà disarmati e senza sospetto; tanto che, fuori dal serrare i cancelli, non potevano opporre veruna difesa. Ma la moltitudine al proprio avviso s'era armata in loro favore; e datosi un capo d'infima condizione sotto il titolo di Abao o Abate (I), era corsa a investire da tergo i malcontenti, tutti occupati e già vicini a sforzare i cancelli. Vinti costoro e dispersi, si rannodarono sotto l'abitazione nuovamente assegnata all' Abate ; e quindi pure li respinse il popolo. Nel medesimo tempo Filippo della Volta uomo potente e amico de'capitani entrò di forza co'suoi aderenti nell'episcopio, e caccionne coloro che lo guardavano. Molti vi rimasero uccisi. Gli altri si ritirarono nel tempio maggiore co'loro compagni e chiusero tutte Je porte. La moltitudine non era paga , cercava in ogni modo vendetta; nè poteva l'Abate o non volea placarla. Già s'annottava; le strade al duomo vicine scintillavano di faci tanto più vive e tremende, quanto più cresceva 1' oscurità. Fuoco, fuoco! gridavano certe livide facce sempre presenti ove nascon tumulti, e l'ingrossante moltitudine il ripeteva, quando Oberto Doria, che di que'giorni era ito in campagna, accorse privato cittadino in piazza. 11 furor popolare per riverenza di tant'uomo si soffermò; egli salì sul li-
(I) Abba vale in Siriaco padre. Abbati si chiamavano in Milano i capi dell' arti e de' mestieri.
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