La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO DUODECIMO 199
talli combatterebbono o con forze divise; ma cbe entrerebbero avanti l'ottobre nel porto stesso diGenova con tutte le forze. Là provar si doveva, se gli stratagemmi e il caso abbiano sempre vantaggio, o pur l'ardire de'combattenti e la rimembranza delle vere vittorie. I Genovesi risposero a questo cbe sarebbe indugiar troppo a volerli aspettare in un porto che non conoscevano. Bastava che navigassero intorno alla Sicilia, per avvenirsi in persone, le quali mostrerebbero loro l'entrata di Genova.
(129S). Queste disfide furono sospese da Bonifazio Vili, pontefice somigliantissimo a Gregorio VII per animo e fortuna. Il quale intimò (I) la pena dell'interdetto ad ambedue le repubbliche se venivano al Tarmi prima di Pasqua; e rinnovò il divieto fino alla natività di san Giovanni Battista. Mandò a Genova l'arcivescovo di Messina, e a Venezia l'arcivescovo di Reggio per disporre gli animi alla pace; e volle egli stesso trattarne coi vescovi e gli ambasciadori delle due parti. Spirò intanto il secondo termine senza conclusione, talchéi Genovesi dubitando del terzo,senza prender commiato tornarono in patria. Quivi il Consiglio della credenza aveva compiuta la difficile e lunga operazione de'ruoli marittimi, e n'avea calcolato, che Genova poteva armare ottanta galee, gli altri comuni della repubblica centoventi. Per farne dunque la pruova ordinò che si allestissero tutte dugento il più presto possibile; e da'quin-
(I) F. Pipini, Cbron. XLIV. Georg. Stella, Annal. Genuen., lib. f, 5.
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