La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO DUODECIMO 203
parlamento, con una di quelle cerimonie politiche, militari e.religiose, che sono pur troppo neglette a'dì nostri.
Ciò non di meno il tarlo delle sciagurate fazioni era penetrato sì addentro, che pochi mesi bastarono a disciorre una pace stretta con sì dolci nodi. E senz' apparente cagione, come subita vampa dopo un incendio estinto, levò nuovamente la discordia. Ognuno corse ad occupare i luoghi più alti, le torri delle case e i campanili delle chiese. Per discacciare coloro che insignoriti si erano del campanile del duomo, gli avversari vi gittarono fuoco; l'incendio da ciò dilatato, tutto divorò il bellissimo tetto di quella basilica co'suoi preziosi archivi. Durò quaranta giorni un fatale equilibrio, dalli trenta di decembre 1396 a dì nove di febbraio dell'anno appresso. In ultimo superarono i Ghibellini. I loro avversari si allontanarono: e il Parlamento sostituì a'capitani forestieri i due Corradi Spinola e Doria. In questa mutazione Jacopo da Varagine non prese parte. Bensì veggendo la smisurata generazion di persone ridotte all'estremo da'passati incendii e sacclieggiamenti, vendè nelle forme canoniche San Remo e Ceriana, due grosse castella della sua mensa; e col prezzo di quelle consolò gl'infelici.
Ma per ritornare alle cose di fuori, non è agevole a dire quanto i Veneziani esultassero per le discordie de'Genovesi. Rifanno i sospesi armamenti, e Giovanni Soranzo conduce ventisei galee sopra l'odioso borgo di C'affa. I coloni sorpresi e sprovveduti si danno alla fuga, lasciando in suo potere tutte le loro sostanze. Ogni cosa
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