La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
208 LIBRO QUARTOnel braccio di mare che ristringono l'isolette di Cùrzola,Ndi Làgosta e di Mèleda;i Veneziani impazienti gli tennero dietro. Quell'isole un tempo occupate da'Narentani, antichi nemici del veneto nome, erano allora in potere del re d'Ungheria. Son divise da varii canali più o men navigabili. Da Levante s'estende la penisola di Sabioncello, congiunta alla Dalmazia; da Mezzodì è Ragusi città libera, ma non guerriera; di fuori sta il mare aperto, e dalla parte d'Italia sopravanzano i monti Gargano e di sant'Angelo, le cui falde meridionali cingono il golfo di Manfredonia.
Così fatto era il teatro, nel quale i Genovesi e i Veneziani si chiusero a disputare il primato del mare. Il rimanente del giorno fu dato agli apprestamenti della battaglia, la notte al riposo, ma non tutti riposarono. L'alba del dì che nacque Maria (8 di settembre), spuntava da folti boschi della penisola, quando ambe le armate quasi di concerto si strinsero al cimento. Andrea grida alla sua gente di rammentarsi la vittoria di Trapani, e il nome di Borborino. Lamba ha già disposto i suoi colla fronte a tramontana, e confortatoli a non temere la superiorità de'nemici. Curarla egli sì poco che per certi suoi fini non dubitò di spiccare durante la notte quindici galee dell'armata. Non dipendere le vittorie dal nu« mero, ma dal valore; e il valor genovese non numerò ma i nemici. Questo essere il giorno benedetto da Maria Santissima, nel quale ciò che Pisa soffrì presso al suo porto, soffra Venezia nel suo golfo, e tutti i popoli del Mediterraneo imparino a paventare ì Genovesi o ad amarli Dopoed
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