La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO DUODECIMO 213
fra la foce del Serchio a ponente, e Castiglione della Pescaja a levante.
Lasceranno l'isola della Pianosa deserta e incolta sempre. Sbandiranno in perpetuo il giudice di Cinarca, suoi figliuoli e seguaci.
Rinunzieranno alle antiche lor pretensioni sopra il regno di Corsica.
Cederanno in perpetuo le città di Torres e di Sassari in Sardegna co'lor territori a'Genovesi.
Franchi li renderanno da qualunque diritto di appulso e d'ancoraggio nerporti di risa, dell'Elba e della Sardegna.
E pagheranno loro un'ammenda di centosessanta mila lire di Genovine (1). Finché pagata non sia, navigar non potranno verso levante più oltre della Sardegna, nè per ponente più oltre d'Acquemorte in Provenza.
Non fu allora nazione che contrastasse a'Genovesi la gloria di essere i primi fra i popoli marittimi. Le bandiere di Tiro e di Cartagine non èrano più rispettate anticamente su i mari, che la croce rossa, o lo stendardo di san Giorgio alla fine di questo secolo decimoterzo. Tutti i documenti contemporanei ne fanno fede. Un celebre annalista, egualmente stimato per la semplicità del suo stile e per la notizia delle cose seguite ai suoi tempi, dopo aver dato un ristretto delle-convenzioni surriferite, così conchiude (2). I Genovesi n'ebbono grande onore, e rimasero in gran
(1) Una lira di Genovine valeva allora il »e»to circa dell'oncia d'oro.
(2) Gio. Villani, Vili, 27, 30.
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