La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 249
tempi (I). Yveva ereditate da estinte famiglie non che da'suoi ascendenti molte possessioni in Val di Scrivia. Abitava il più bel palagio di Genova, pieno di suppellettili d'oro nell'interno, e tutto ornato di statue al di fuori. Era considerato non solamente come il capo della sua numerosissima casata di patria, ma delle parti ghibelline in tutta l'Italia; e tanto apprezzava la magnificenza e la famigliarità de'principi, che a qualunque avveniva di passare viaggiando per Genova, lo alloggiava in sua casa, e intertenevalo a sue spese, Guelfo o Ghibellino che fosse. Accoppiava valor personale a'favori della fortuna, e di continuo esercitava i suoi montanari al maneggio dell'arme.
(i3o2). Uomini così fatti sono intolleranti di condizione privata. Opizzino si mostrò rispettoso a'capitani, perchè sperava di succedere loro; ma deluso dagl'incauti suoi emuli con l'istituzione di un nuovo governo, passò da un desiderio quasi lodevole a un'ambizione sfrenata (i3o6). Ora avvenne che il marchese Giovanni di Monferrato morì senza lasciare altri consanguinei che una sorella collocata altamente, come dell'eredi suol essere, con Andronico I imperadore di Costantinopoli. Andronico aveva avuto dalla prima consorte, figliuola del re d'Ungheria, il virtuoso e infelice Michele, padre di Andronico II3 ed ebbe da questa seconda tre altri principi, Giovanni, Teodoro e Demetrio. 11 secondogenito fu destinalo all'Italia. Opizzino il quale sapeva benissimo, che i marchesi di Saluzzo movevano
(I) Petri Pos9evin., adnot. in hist. Pachym, lib. Ili, 2.
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