La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 253
trono imperiale prostrati il supplicavano di questo favore. Ma s'egli imitasse la non curanza di chi lo avea preceduto, i suoi fedeli di Toscana, di Lombardia, di Genova sarebbero distrutti, e non resterebbe del sacro romano imperio in Italia altro che il nome.
La risposta di Arrigo fu graziosa e favorevole. Egli prese sol tanto tempo, quanto era mestieri a un seguito conveniente; indi varcato il Monce-nisio, scese a Torino, e poi a Milano, cui l'imprudenza de'Torriani gli aperse. La corona di ferro soleva cingersi a Monza; i Milanesi impetrarono che la cingesse nella lor chiesa. In quel giorno solenne i deputati di tutta la Lombardia furono convocati a giurargli omaggio.
(i3n). Erano venuti in Milano gli ambascia-dori genovesi e veneziani, i quali richiesti ancor essi del giuramento, ricusarono modestamente. Quale indegnazione ne concepisse certa generazione d'uomini che ripone la gloria nella servitų, lo dimostra al vivo uno di essi, tacciando que'repubblicani di eresia, miscredenza e superbia infernale; non dovevano 110 andarne impuniti ! (I) Ma Opizzino Spinola, ch'era stato chiamato a Milano dall'imperadore, l'indusse a dissimulare, dicendogli a proposito de'suoi cittadini, che non domabili mai dalla forza, le interne discordie gli avrebbero in breve domati, e la presenza di un ottimo principe farebbe il rimanente.
Arrigo non aprė il suo animo. Ma dopo lunga
(1) Nicolai Episc. Bilront. de itin., Ilenrici VII.
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