La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
256 LIBRO QUINTOA tali ragioni si acquetarono i cittadini; ma i cortegiani ai Arrigo ne allibirono; e quasi la mala fede fosse cosa più onorevole della moderazione, non tacquero che il loro principe accettava una autorità limitata con la fiducia di acquistarla fra i vent'anni assoluta. Così sotto fallaci speranze per l'una parte e per l'altra, cominciarono le dominazioni forestiere in Genova 0).
Uno de'primi capitoli era, che il popolo adunato pigliasse un giuramento solenne. A questo fu assegnato il dì d'Ognissanti e la piazza di Sar-zano. Un sindaco cesareo, ritto in piè alla porta di san Salvatore, ricevè la lista giurata di tutti gli astanti; e un notaio ne rogò la scrittura. Arrigo non v' intervenne per indisposizione o vanità.
Un altro capitolo della convenzione voleva, non si levassero nuovi tributi; ma questo fu osservato solamente a parole. Non come tributo, ma qual donativo l'imperadore riscosse sessantamila fiorini d'oro per sè, e ventimila per l'im-peradrice. Poscia in suo nome e in quello dei Genovesi esso denunziò la guerra a Roberto re di Napoli, usurpatore di stati appartenenti all'Imperio. Oltre a ciò, adirato co'Fiorentini che non avevano voluto mandargli nè riceverne amba-sciadori, fece esiliare da Genova i lor mercatanti, e quante robe si trovavano in lor credito nema-gazzini, tutte le confiscò. Alle gravezze, alla guerra, al violato commercio s'aggiunse una specie di peste, cbe i soldati Tedeschi avevano generata nel lungo viaggio, e.comunicata a coloro che
(I)T. IX, S. R. I., 906.
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