La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 261
poco fa di patire, l'onore e l'utile suo richiedere ch'egli assistesse gli oppressi. Licenziati dopo tale risposta gli oratori de'Guelfi, diede a Marco suo figlio un esercito composto della miglior gente che fosse in Lombardia. Marco discese liberamente in Polcèvera; e dovequest'amenissima valle al mare e alla città s'avvicina, là stese gli alloggiamenti (i3i8). Era il giorno vigesimoquinto di marzo, giorno memorabile per aver dato principio all'assedio più celebre di quel secolo, se si considera la lunghezza del tempo, la fortezza del sito, la grandezza della città, le genti, le navi, i danari somministrati da'cittadini e da'forestieri, la varietà de'successi sì di terra come di mare, e finalmente le perdite inestimabili degli assalti e degli assalitori.
Premetteremo alla discrezion dell'assedio la notizia de'luoghi ove fu posto. Ovunque l'A pennino cominci, alle fonti del Tànaro, della Bòrmi-da o del Leto.0, certo è ch'ei divide le pianure Lombarde dal lido ligustico, e che diversi suoi tronchi, a mezzodì declinando ove il lido medesimo più s'incurva e ritrae, dan luogo a cinque disuguali aperture, limitate tutte dal mare. La più occidentale si stende dalla punta di Voltri a quella di Sestri, spazio di circa sette miglia, ove sono ridentissime terre; l'altra dall'ultima punta di Sestri e dal vicin colle di Coronata giunge a Promontorio, e in questo intervallo di sei miglia si trovano la valle della Polcèvera, il torrente del medesimo nome e il bel sobborgo di san Pier di Arena. L'estremità del Promontorio si chiamava punta del Faro, per esservi sopra una torre o la li-
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