La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
266 LIBRO QUINTOcevano, non ricevendo risposta, di ardere i puntelli, costrinsero il presidio a dar loro in mano la torre, riserbandosi la libertà delle persone (I;. Chi vorrà credere, eh' entrati appena in città, que'prodi guerrieri riceverono accusa di tradimento e pena di morte? Due parti si fecero dei cadaveri insanguinati; si caricaron ne'mangani, e scagliaronsi come sassi e quadrelia ne'campi della Polcévera e del Bisagno.
L'ingiustizia de'gastighi fu sempre un indizio di debolezza. Que'medesimi che avevano condannato a morire un presidio animoso e fedele, reggendo i nemici della torre signori, abbandonarono il borgo di Prè; e rimpiattati dietro alle mura, chiamarono, senz'altra prova tentare, il re Roberto di Napoli alla difesa e al governo della repubblica, restringendone il tempo a sei anni. Roberto era quel desso contro il quale i Genovesi, a istigazione di Arrigo VII, avevano sette anni addietro messa in mare un'armata. Dopo la morte di quell'imperadore egli era salito al grado medesimo di riputazione che ottenne Carlo I suo avolo dopo l'estinzione degl'imperadori sue-vi, signore di un bellissimo regno in Italia, della contea di Provenza in Francia, capo di tutti i Guelfi e principe di molte città volontariamente soggette nel Piemonte, nella Lombardia e nella Toscana. Aveva rafforzata la guerra co'Siciliani e attendevane un buon fine, quando ricevè l'invito de'Guelfi Genovesi. Le persone più giudiziose del suo consiglio il confortavano a non lasciare una
(I), Stella lib. II, col. 1032.
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