La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 267
vicina preda per un aggrandimento incerto, lontano, ristretto nelle facoltà e nel tempo (I). Cui esso rispose, che a Genova appunto ritroverebbe i mezzi valevoli a soggiogar la Sicilia. Dissimulava però un vasto disegno, da'suoi predecessori già immaginato, di avvicinarsi allo stato Milanese, e col favore de'Guelfi esiliati sottentrando ai Visconti, un sol potentato formare della Provenza, di Genova, di Milano, della Toscana e delle Due Sicilie.
Fu dunque accettata l'offerta de'Genovesi, e conchiusa una tregua co'Siciliani. Il regno di Napoli diede a conoscere di che sia capace, quando un'abile mano lo regge, avendo in pochi mesi fornita un'armata di ventisette galee, quaranta navi da carico, con semila fanti, mille dugento uomini d'arme, e centinaja di cavalieri a spron d'oro, tutti esercitati in battaglia e cupidissimi di gloria. Roberto la guidò in persona, e gittò l'ancore nel porto di Genova a'di sei di agosto. Gli assedianti non avendo navi, non poterono ostarsi alla sua venuta. Ella rallegrò sopra ogni credere i Genovesi, perchè a meglio celare la sua ambizione ei dichiarò in pien parlamento, che non accettava il governo della repubblica se non se in compagnia del papa, il quale consultato da lui per innanzi, si era degnato di acconsentirvi. Pareva dunque che la veneranda immagine della religione venisse in soccorso della città; e i capitani stessi si recavano a gloria di cedere il luogo non solamente al re più savio del mondo, ma
(I) Costanzo, lib. IV. Villan., IX.
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