La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 269
(1271). Aggravarne i cittadini impoveriti dall'assedio, era un irritarli senza molto profitto; del proprio, Roberto era scarso e tenace. Dunque ei si volse al cardinal Luca Fieschi, il quale non trovava dolce la vita, se non la consumava nelle corti. Ricchissimo e franco d'ogni gravezza il cardinale sborsò novemila cinquecento oncie d'oro, patto che differita la restituzione oltre a'diece anni, impossessarsi potesse del celebre Catino preso a'Cesarea (I), e sotto a sei chiavi custodito nel duomo. Così fu provveduto alle spese urgenti. I Fiorentini diedero il rimanente; tanto che Carlo duca di Calabria e figliuolo di Roberto potè inviargli sopra legni napoletani ottocento lance e cinquemila fanti. I quali fecero vista di scendere a Sestri di ponente. Donde il Visconti temendo esser cólto di mezzo fra il nuovo soccorso e la città, tratte le tende da'monti Pe-raldo e san Bernardo, per la seconda volta si allargò dell'assedio. Roberto uscì all'incontro delle sue genti, e posele sopra i monti abbandonati. Fece inoltre spianare alcune bastìe de'Ghibellini, altre rimettere, e diè principio a un forte, che ancora ritiene il nome di Castellazzo.
(1319). Allontanati gli assalitori e stabiliti ordini buoni , parvegli tempo opportuno a visitare i suoi stati ereditari di Provenza. Onde partì a quella volta, lasciando per suo luogotenente Riccardo Gambatesa, barone napolitano di gran pregio neir arme. Costui andò contro le terre dei Ghibellini. Noli non fece gran resistenza. Ses-
(I) Fra Gaetan. da santa Teresa il Calino, p. I8t».
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