La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 271
con poche galee, corseggiando e rubando, quello che non avevano potuto i replicati assalti di terra e di mare. Ma fu tale de* Guelfi più notabili l'avvedutezza, che scemando a sè il vivere per darlo alla plebe, lo rendettero paziente. Passò cosi assai tempo (i32i). Quando a malgrado dell'aspra stagione ventisette galee uscirono dalla Provenza, dettero caccia alle contrarie dall'una all'altra Riviera, e aggiuntele sopra il promontorio del Corvo, le ruppero interamente.
A tale avviso il Gambatesa fece una sortila gagliardissima, rientrò vittorioso con poca perdita, e subito scrisse al re Roberto, ch'ei si teneva sicuro di ragunar vettovaglie bastevoli a molto più tempo, di resistere a tutte le forze dei Ghibellini, e per poco il secondasse fortuna, di annichilarle.
Ma il re Federigo, sentita la rotta de'suoi, aveva mandato ambasciadori a Costantinopoli per rimostrare all'imperadore Andronico, come Roberto fermando piede in Liguria, ripiglierebbe le trame dell'avo contro la Grecia. Donde ottenuti cinquantamila bisantini d' oro condusse a nome della lega il celebre Castruccio, successore di Uguccione nella signoria di Lucca; apprestò in Sicilia quarantadue legni, e fece sì che ad un tempo i Lucchesi si avvicinassero alle mura di Genova per terra, come i Siciliani per mare. I Guelfi non furono mai in maggior pericolo. Ma Roberto armò subito in Provenza e nel regno cinquantacinque galee sotto Raimondo Cardona di nazion Catalano, il quale aveva gran nome in cose di guerra. Questi congiuntosi a venti galeeed
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