La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
272 LIBRO QUINTOgenovesi in Portovenere, usò ogni arte per istrin^ gere l'armata nimica fra il porto di Genova e le sue navi. Ma quella il deluse volgendosi a mezzodì, non senza speranza di tirarselo addietro, e intanto dar tempo a Castruccio di unirsi con gli assedianti. Succedè in parte il pensiero; perchè il prode tiranno, operata l'unione, riprese a viva forza i borghi della città. E nel medesimo tempo il Cardona avidissimo di gloria si diè tutto a inseguire i legni siciliani, i quali non prima furono sopra il golfo di Napoli, che si divisero in due: gli uni poggiarono in Sicilia, e gli altri si ingolfarono con tanta celerità, che Cardona giunto sull'isola di Capri li perdè di vista. I capitani delle sue galee, che che si opponesse, vollero entrare in Napoli, allegando di non avere più biscotto nè acqua. Allora i Siciliani rimpiattati nel golfo, ne uscirono a man salva, e vennero in vista di Genova, dando nome di avere sconfitti i Napolitani. Mentre la città sbigottita dal falso ro-more, aspettava con ansietà un assalto più pericoloso di tutti i passati, giunge a Castruccio l'inopinata novella, come i Fiorentini, a istigazion di Roberto, già sono alle porte di Lucca sua patria.
(i32 2). Niunofferta è bastevole a rattenerlo un sol giorno. La sua dipartenza inanimisce i Guelfi a due diverse sortite. Dall'una parte investono il monte di San Bernardo, e dall'altra entrando col favor delle tenebre nel borgo di Prè, ove la gente affaticata da lunghe vigilie profondamente dormiva, quello racquistano con le sue torri. Non è grande la strage; la preda ascende a meglio died
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