La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 289
Fuggiamo di qua, gridarono i sediziosi, e trascorrendo la Francia per terra andiancene a Genova per vendicarci, se non dell'ingiusto sovrano, almeno delle famiglie da lui predilette! Così parecchi eseguirono; e appena il piè posto nella Liguria vociferarono, non solamente il Capurro essere in duro carcere per la causa de'poveri, ma condannato ben anche a un infame e crudelissimo supplizio. Tanto che il nome di lui, qual vittima gloriosa, risonò altamente in Voi tri sua patria, in Savona, e nelle valli di Polcévera e di Bisa-gno; i marinari, i contadini, i minuti artieri di questi paesi minacciarono aspramente i benestanti. In Genova la presenza de'capitani moderò alquanto r agitazione. Poscia il Capurro avendo smentite quelle voci maligne con improvviso ritorno, i suoi aderenti ne rimasero confusi, e il governo si tenne più sicuro che mai. Non era però distrutto un altro seme di malcontento. Gli abati del popolo si variavano ogni anno. Venuto dunque il giorno della nuova elezione, l'arti minute, dato di piglio a'ior gonfaloni, andarono in piazza a domandare, che si facesse al modo antico da venti popolari approvati in parlamento. La domanda riusci molesta; ma non si ardì negarla. Or mentre i venti deputati stavano adunati in palagio, parve alla moltitudine disoccu-
Fata al di fuori, che indugiassero troppo a far elezione; onde prese a schernirli e strepitare. 1 capitani mostrarono di non curarsene. Allora un battiloro uscì della calca, e salito sopra un mu-ricciuolo gridò: Signori, volete ch'io dica la vostra salute? Alcuni risposero di no, e altri di sì, Sebra, T. II. 19
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