La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 291
Boccanegra sia nostro doge a vita! E senz'altro prendono l'armi, minacciano i nobiliti capitani, gli anziani, e trionfanti accompagnano Simone alla chiesa di san Siro, ove fregiato di un manto ducale e sollevato sopra una spezie di trono, collo stocco in pugno, riceve la benedizione dall'arcivescovo venutovi a caso per qualche solennità. In tutte le strade si grida : Viva il popolo e il doge; tutte le campane suonano alla distesa, le valli fanno eco alla città. Fra cotante dimostrazioni di giubilo, alcuni che bramavano già perpetuare la signoria di Roberto, vollero vendicarsi di chi l'aveva impedita; però ne andarono alle case dei Salvaghi, adducendo, invece del vero motivo, la stretta parentela coi capi del cessato governo. E già si davano a predare e a chiamar la plebaglia a parte della preda, quando il doge vi accorse in persona. 11 tumulto posò di presente; i più colpevoli furono ritenuti, tratti dinanzi al podestà criminale, convinti, e nel medesimo giorno decapitati. Rebella Grimaldi venne pure assalito a furore di popolo. Simone entrò nella calca e salvo il menò a palazzo. La moltitudine non aveva ardito opporsi al doge, ma seguitandolo infino a'cancelli, non rifiniva di gridare: Muoia il discendente di quelli che han morto tuo avo! La notte sedò ogni cosa. ÀI dimane un parlamento regolare approvò i seguenti capitoli : rafferma del doge con autorità principesca e a vita; un consiglio di quindici uomini tutti popolari e ghibellini; due podestà forestieri, l'un criminale sopra i delitti ordinari, l'altro della città sopra i delitti di stato; banditi i nobili guelfi, gli ultimi capita-
ed
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