La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 307
to la sua protezione, finché la corte imperiale, certificata d'ogni cosa, riconoscesse i suoi veri amici. La risposta fu assai brusca: non voler protettori, ed essere assai da sè soli contro cento galee di Turchi, di Genovesi e di qualunque altra nazione. Ciò inteso, Simone entrò di forza nel jiorto, circonvallò con alta muraglia la città di bcio, e presso al lido ove l'acque han poca profondità, fece piantare una serraglia di legnami lunga millecinquecento cubiti, di modo che non potesse entrare nè uscire persona. E i legni più agili stavano intanto di fuori adocchiando, se le galee incontrate si accostassero. Ma esse avevano preso altro cammino. Siccome Scio è povero di grani, così le vettovaglie in breve tempo mancarono; tanto che gl'isolani, deposta ogni burban-za, si sottoposero alle seguenti condizioni : che i pubblici dazii, l'elezione de'magistrati, il governo civile spettassero alla Repubblica, l'alto dominio all'Imperio.
Yignoso passò da Scio alle Focee, dove avendo sbaragliato uno stuolo di Turchi, fu ricevuto qual liberatore. Disegnava altre imprese, ma gli si opposero le ciurme tumultuanti. Bisognò ritornare a Scio. La sedizione in mare degenerò nei-l'isola in rapina. L'ammiraglio promulgò un editto, che sarebbe irremissibilmente frustato chiunque rapisse un sol grappolo d'uva; imperciocché meritava il supplizio di schiavo chi non sapeva im-! perare a sè stesso. Tutti sbigottiti ubbidirono, sal-. vo il figliuolo dell'ammiraglio medesimo, giovanilmente sdegnatosi come ciò che per uno Sciotto • non sarebbe a delitto in Genova, fosse a graveed
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