La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
312 LIBRO QUINTOsempre che occorre, alla muraglia. Provvedute tai cose, comincia la guerra; un sobborgo si muove contro una città. Nove galee strascinano la gran caracca sotto le imperiali Blacherne; ne escono fuochi, saette, tutti insieme gli stromenti di morte. (1347) Cantacuzeno si trovava allora lontano: nondimeno tal circostanza sconsolante in altre occasioni è pungolo in questa. Ogni abitante di Costantinopoli si fa soldato, i bottegai, i mercatanti, i nobili: il servo milita col padrone, i laici co'sacerdoti; l'antico valore de'Greci sembra rinascere. Segue fiera battaglia sopra le mura stesse della città. Perchè i Galatini parte si slanciano dalle gabbie e dalle antenne, parte schierati sopra i ponti di legno fan larga strage. I Greci da'merli esteriori, dagli interni ripari resistono, saettano, respingono. Lo storico nisantino, testimonio di veduta, descrive con nazional compiacenza, quali tra i nemici fermi i piè su i; bastioni erano rovesciati nel fosso, quali feriti sugli alberi piombavano in mare, e quanti afferrandosi nella caduta accompagni li trasportavano seco, mentre altri porgendosi mano e facendo come una catena per salir sopra, tocchi dallo stesso flagello perivano insieme. La notte consiglia gli assalitori a ritirarsi, ma non ritornano a Pera prima di aver seppellito i morti, e raccettati in luogo remoto i più gravi feriti, per tórre alle loro famiglie la vista de'cadaveri e il suon dei lamenti.
L'imperadore era ritenuto da grave malattia in Didomotico, forte città della Tracia. Magnificò dunque per lettere la bella difesa de'Bisantini.
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