La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 313
Non era però tempo di addormentarsi. La nimica colonia non aveva ancor disperato di vincerli; in Genova si apparecchiavano potentissime armate. 11 re de'Bulgari, il soldano stesso de'Turchi credendo l'occasione propizia, verrebbero forse ad assalirli. Deh 1 non volessero per una cieca tenacità confermare quell'assioma politico, che quando una città marittima è sprovveduta di navi è a discrezione di ognuno. Questa volta i Bisantini si lasciarono persuadere; contribuirono largamente al pubblico erario, e nell'inverno allestirono una forte squadraci348) Cantacuzeno dalla sua parte arrolò molta gente, e con magnifici doni assicurata l'amistà de'Bulgari e dei Turchi, entrò in isperanza non solamente di resistere, quando che fosse a'Galatini e a'Genovesi riuniti, ma di spiantare una volta quell'odioso sobborgo. I coloni fatti accorti del pericolo lor soprastante, privi di nuove non che di soccorsi dalla metropoli, caricarono sopra una galea di Rodi le mogli,! teneri figliuoli e le suppellettili preziose; poi si protestarono di voler anzi morire, che implorare mercè.
A primavera l'esercito raccolto da Cantacuzeno fa il giro interno della costiera che specchiasi nel golfo, e varcati i fiumi congiunti Maclena e Cartario, si accampa sotto il bel colle di Pera. Nel medesimo tempo i navili apprestati a Costantinopoli escono incontro a quelli allestiti ne' porti della Propontide. L'unione succede senza difficoltà. Una galea genovese che veniva a Pera, ebocca dall'isola del Principe in quell'istante. Accerchiata d'ogni intorno e in molti luoghi per-
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