La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 315
senza maraviglia dell'indifeso navilio. Erano dietro al promontorio rimase alquante navi, le quali non veggendo più le compagne si spingono innanzi, e all'improvviso spettacolo fermandosi immobilmente sui remi incorrono la medesima sventura. Sopra le torri del lido e le mura stesse di Costantinopoli le genti accorse a rimirare sono prese da eguale spavento; talché i Genovesi im-
Sietositi si danno a socèorrere chi stava in punto i affogare, e gridano a tutti di far cuore che nessuno per quel giorno gli offenderà. All'udire tale catastrofe il campo imperiale intorno a Pera, quantunque in gran parte composto di Bulgari e Turchi, gente Serissima, abbandona bagagli, arme, munizioni, nè prima di aver ripassati i fiumi non fa alto. Così un sol momento ha sciolto l'assedio di Pera e nuovamente distrutta l'armata de'Greci! Sarebbe incredibile cosa se non l'attestassero due testimonii di veduta, lo storico sopra citato e l'imperadore. Come dunque spiegarlo ? Diremo che il capitan genovese si.valse probabilmente della polvere sulfurea sconosciuta ancora in Levante, e che i Greci veggendo un incognito fuoco accompagnato da orribile strepito, perdettero ogni fiducia nel proprio e si smarrirono. Non altrimenti lo stesso segreto adoperato due secoli appresso nel nuovo mondo, disperse migliaja d'armati davanti un pugno di gente.
Inorpellata con belle parole tanta vergogna, l'imperatore si mostrò disposto alla pace, e da Genova giunsero due commessari che la consigliarono. Fu dunque consentito alla maestà dell'Imperio, ch'ei ripigliasse il possesso del terre-
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