La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO 317
die in Costantinopoli, o dall'Egitto venisse^ o dalla Sorìa. Ma secondo l'opinion del commercio eh'è spesso fallace, nel 1347 dodici galee genovesi in parte e catalane volendo fuggire da un morbo cbe già avevano in grembo, uscirono a gonfie vele dal mar Nero, e pervenute in Sicilia, vi lasciarono di loro malati,; quindi a Pisa e a Genova scaricaron lor robe. Non usavano ancora lazzeretti contro la peste. Onde l'Italia quasi tutta, l'isole del Mediterraneo, la Francia, la Spagna e le contrade settentrionali di Europa accolsero di mano in mano il seme fatale; i ghiacci e i volcani non preservarono l'ultima Islanda.Niun altro contagio agguagliò il furore di quésto. Nascevano nell'anguinaia o sotto l'ascelle certe enfiature o gavoccioli grandi a un di presso come una mela, che poi si permutavano in macchie livide e nere, le quali moltiplicandosi nell' altre parti del corpo, a cui grandi e rade, a cui minute e spesse, erano certissimi indizii di morte. Precedeva talora la sonnolenza o qualche perdita di sangue; ma il più delle volte gì'infetti morivano infra '1 terzo giorno senz'altro accidente e senza febbre. L'ordinario corso del morbo in una contrada durava cinque mesi continui; e poscia senza estinguersi del tutto cominciava in un'altra. Gli animali lo si appiccavano rodendo le C09e dell'uomo infermo. Le persone giovani e robuste più facilmente soccombevano che i vecchi. Niuna medicina fu trovata giovevole. Non mancarono da principio i medici di diligenza, gli amici di zelo, nè ai pietà i parenti. Ma come l'esperienza mostrò che ne andava la vita a toccare un appe-
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