La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO 319
che un numero grande di fuggiaschi e raminghi, non trovando più sicurezza ne' luoghi ermi e remoti, tornarono in grembo alle proprie famiglie risoluti ad assistere 1 un l'altro. Onde non pochi guarirono, i quali sarebbero senz'assistenza periti, e dopo la guarigione pericolarono meno a servire gl'infermi. Nel fondo di tante sciagure fuSuesto un raggio di consolazione. Durò l'orribile agallo lunghissimamente. Il Piemonte e Milano ne rimasero illesi fino all'anno i36i, ma la dilazione costò loro sì caro, che infino ad ora la voce contagio è Y esclamazione più consueta del volgo fra i popoli subalpini.Neil'altre parti d'Italia, ed in Francia altresì, l'anno i348 fu il più calamitoso. Morì la modesta e celebre Laura in Avignone, l'annalista Giovanni Villani in'Firenze, e tutta la Toscana perdè trecento mila uomini e più. A Bologna di tre parti del popolo due rimasero estinte ; un terzo della nobiltà mancò in Venezia. Di Genova non si ha calcolo autentico e nazionale (*); pure trovammo in certe scritture concernenti alla zecca (2), la strage de'soli monetieri esser giunta a tale, che convenne mandare per nuovi maestri in Parigi, ove l'arte fioriva. Onde apparisce che mancarono all'arti le braccia, e che un fuoco anche violento non moderava l'attività del male.
(i349) ^ questa gran pestilenza si aggiunsero
( I) Secondo le cronache Estense e Bolognese si faceva ascendere il numero de* morti a quarantamila, non ispiegando se in Genova solo o in tutto il dominio.
(2) Inforni, per la causa de' Molimi, MS.
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