La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
322 LIBRO QUINTOprincipale e comodo seno dell'isola che porta lo stesso nome; lasciarono i legni genovesi nel porto, le mercanzie nel fondaco, e gli uomini nelle prigioni, stimando di ripigliarli alla tornala. Ma le cose ebbono tutt' altro fine. Le due galee campate dalla sconfìtta volarono a Pera; dove, inteso l'occorso, i coloni niente atterriti da questo infelice principio, misero in mare sette galee che avevano a ripa, e aggiuntevi le fuggitive con altri legni ivi ancorati, vi montarono su a gara, fornendosi d'arme doppiamente. E improvviso alla guarnigione di Candia, la qual non sapeva che galee di Genovesi fossero vicine, entrarono nel porto. Il fior della gente scese a terra. Uniti i Veneziani co'paesani dell'isola, trassero alla difesa, ma poco lor valse; chè con tant' impeto gli assalitori si cacciarono innanzi, che li respinsero nella città ed entrarono insieme. Come si trovarono dentro, affuocando le case, e dilungando co'verrettoni la moltitudine, pervennero alle prigioni, e apertele a forza, ne trassero i lor cittadini; quindi avviatisi al fondaco, lo spogliarono tutto delle robe nimiche, non che delle proprie, e al porto tornarono per ripigliarsi i perduti navili. Potevano ritenere la terra, tanto gli abitatori smarriti si erano dati a pregameli : ma riflettendo che a volerla guardare, bisognava sguernire la propria colonia, senz' altra molestia si ridussero a Pera; donde inviarono alla metropoli le mercanzie rac-quistate, trofei grandissimi del loro coraggio. Nondimeno Venezia solennizzò con rito perpetuo la vittoria di Negroponte (0.
l(I) Vedi la nota c.
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