La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
326* LIBRO QUINTOvi sieno favorevoli, giungano le vostre navi prosperamente a Tapobrana, all'isole Fortunate, a Tuie incognita e fino a'due polii 1 re e i popoli più lontani vi andranno incontro, i barbari dell'Europa e dell'Asia vi paventeranno, e la nostra Italia sarà a voi debitrice dell'antica sua gloria ».
La lettera del Petrarca non ebbe altro in risposta, che un elogio della sua eloquenza, e una satira de'Genovesi.
Niccolò Pisani condusse trentaquattro galee sotto Pera. Siccome egli aveva aspettata la notte per entrare nel golfo, così i Galatini avveduti non s'erano nella sua venuta. Le porte rimanevano aperte anche di notte; ond'egli non ebbe fatica a insignorirsene, e a farsi avanti. La guardia fuggitiva si mise a correre verso il castello gridando ajuto. I primi accorsero quasi nudi con fiaccole in mano. Ma presto alle strida che mettevano, alla fuga e le ferite e le morti, in tutta la colonia si seppe il nimico esser là, e tutti gli abitanti uscirono fuori. Convien dire che fossero pieni d'ardire in quel tempo; poiché non l'aperta delle porte, non l'imprudenza de'custodi, nè la sorpresa di una profonda notte valsero a rattenerli dal-l'ordinarsi insieme, e frettolosi e uniti discendere giù dalla collina. I Veneziani gli aspettarono a pena; si raccolsero a riva, e rimontarono non senza feriti in galea; ma fecero alquante prede nel golfo. Quindi sbarcarono a Costantinopoli l'am-basciadore Dolfin deputato a trattare una lega offensiva. Erane di poco partito il Genovese con avere ottenuto se non tutto quanto bramava, almeno una promessa di neutralità. Cantacuzenoed
| |
Tapobrana Fortunate Tuie Europa Asia Italia Petrarca Genovesi Pisani Pera Galatini Veneziani Costantinopoli Dolfin Genovese
|