La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
328 LIBRO QUINTOgrosse piante per riempiere i fossi e affuocare le porte. Costantinopoli aveva in su gli occhi un giocondissimo spettacolo, cinquantadue galee armate, diciotto proprie e trentaquattro de'confederati, l'imperatore Cantacuzeno, il principe suo fratello, il Crale di Servia fratello dell'impera-drice, il fiore della milizia sotto le tende, dall'altra parte il nimico sobborgo abbandonato a sč stesso. Ma i coraggiosi coloni non si tenevano ancora per vinti. Chi alzava parapetti, chi faceva fasce di cuoia e sacchi di arena, chi stendeva reti di corda o portava macchine belliche sopra le mura; e il nervo de'balestrieri attelati in sulla collina colpiva d'alto in basso nel campo imperiale. Una bellissima arte fu di schierare tutte le navi mercantili dinanzi al lido, attaccate alla terra ferma non pure con le gomene, ma eziandio con gli alberi, trasforate da varii canali che introducendovi l'acqua marina estinguevano il fuoco, armale di mangani, di trabocchi e di falci che allontanavano gli assalitori. Con tutti questi prov-vedimentila fedele colonia sperava nell'ajutadella metropoli, e non invano. Venne al Pisani l'avviso che potentissima armata era uscita di Genova; e la Signoria gė'ingiungeva, pena la sua indegnazione, che smessa immantinente ogni cosa, corresse a ricohoscerla, e impadronirsene. Il di seguente si doveva dar l'assalto, ma Pisani non volle soprastar un sol giorno. I Greci dunque pigliarono da sč soli l'impresa. Le venete bandiere si vedevano ancor da lontano, quando i Greci traevano al lido nimico le pesanti loro caracche. Era questa invenzione la massima loro speranza.
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