La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
330 LIBRO QUINTOgittò a Carisio che i Veneziani avevano ricuperato. Quivi avvisando di non potere difendere la terra e insieme l'armata, tratta al lido la nave più veloce per andare un dì a Venezia, incredibile atto di disperazione! diè fuoco a tutte le altre. Pagano gli era alle spalle; ma giunto alquanto più tardi e dilungato ancor dall'incendio, ebbe sol tempo di assediarlo dentro a Càristo. La difesa riuscì di tanto valore che dopo due mesi di assedio ei si trovava al medesimo punto de'primi giorni.
Persistervi senza speranza gli pareva follìa, e partirsene senza cagione, vergogna. Avvenne opportunamente che l'imperadrice Anna, non potendo più tollerare l'arroganza del Cantacuzeno, fuggì col figliuolo fino in Macedonia; e dall'imperiale città di Tessalonica mandò a richieder Pagano di ajuto (1). Considerare volesse ch'ella era Italiana, nata da principi amici e vicini della sua patria; che il giovine imperadore era il discendente infelice di quegli augusti Paleologhi,i quali fondarono la grandezza della Repubblica in Levante, grandezza che l'usurpatore Cantacuzeno avea voluto abbattere due volte. Non gì'increscesse pertanto di sospendere ogni altra impresa per quella di ricondurre il legittimo principe, non più come servo, ma come vero signore in Costantinopoli, ove tutti gli amici della buona causa farebbero plauso e corona al valor genovese. 11 messo apportatore di questa domanda portò ancora lettere della colonia di Salonichi che asse-
(I) Vili., lib. II, 34.
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