La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
334 LIBRO QUINTOSecondo le lettere intercetle sopra una fusla nimica, Pagano avea ragione di credere che la grande armata de'Viniziani non tarderebbe tanto. Pur diverse cagioni la ritennero oltre l'espetta* zione. E primieramente Niccolò Pisani non potè ritornare a Venezia, se non trascorsa la state. Rifatto ammiraglio per la bella difesa di Càristo, niuna fatica fu tanta da uscire con la nuova armata innanzi novembre. A'dì undici si aggiunse, secondo il disposto, co'Catalani e Aragonesi a levante della Sicilia, egli con venzette grosse galee, e Ponzio di Santapace ammiraglio di Aragona con ventitré. Indi a poco trent'altre ne vennero con Pancrazio Giustiniani gentiluomo veneto. In
2uesta procellosa stagione le armate solevano ri-ursi ne'porti a svernare; ma gli ordini loro non permettevano indugi. Se non che all'entrare nell'Arcipelago tali burrasche per più dì li molestarono, che nove galee si sommersero e l'altre trasportate dai venti, ricoverarsi dovettero in due porti della Natòlia occupati da'Turchi, Setalia e Altoluogo. I Turchi erano lor favorevoli per amore di Cantacuzeno suocero di Orcan, come si disse altrove. Sicché i Veneziani raccolsero in que'porti, come aveano già sperato di fare in Ne-groponte, le forze disperse nelle adjacenti marine, e allo scorcio del mese di dicembre si ritrovarono con settantasette galee bene armate, oltre a un buon numero di barche guernite dai Turchi. Una cometa che apparve in quel tempo, non isbigotlì que'prodi. Entrano nell'Ellesponto, navigano nella rropontide, e all'isola solitaria del Principe dan fondo.
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