La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
3')8 LIBRO QUINTOsegni ben riusciti a'suoi avversari, non aveva in su gli occhi che ostacoli e traversie; eppure non si smarrì, anzi propose, come scrive un coetaneo, di combattere contro il vento, contro il mare, e contro tre armate. Venivano i collegati, le prode rivolte, ad assalirlo; ed egli strettosi quanto più poteva alla riva d'Asia, il cui fondo per lungo uso ben conosceva, si mise ad aspettarli come in fermo terreno. Cominciò fiera mischia. Ma una tremenda burrasca allora allora levossi con guasto eccessivo di funi, macchine e remi. Fecesi quindi una pausa per racconciarsi e combattere da capo.Ordine di battaglia non v'ebbe. Costrette le armate dal turbine incessante a staccarsi ed entrare nella Propontide, si trovavano quasi senza governo ora avviluppate, ora sparte a guisa degli stessi marosi. Finalmente vien fatto a uno stormo di galee venete e catalane d'investir tutto unito; separano l'ammiraglio dall'altre galee genovesi, e passando sempre avanti ne costringono tredici a rompere in terra, sei a fuggire fin nel mar Nero. Tre grosse galee venete intanto, l'una per proda e l'altre per banda, circondano il Doria Ghe chiama i suoi in ajuto. II vento e il mare abbonacciati permettono a molti di accorrere. Cre-scon pure i nimici; sembra da questo gruppo di legni dipendere l'esito della giornata.Dopo aspro conflitto ove i balestrieri genovesi valsero assai, le galee investitesi all'ammiraglio son prese; le altre sbarattate rientran nel Bosforo; i capitani nemici le inseguono, e chi un% ne afferra, chi l'altra. Or che facevano i Greci? Se alla storia del loro imperadore si crede, Costantino Tarca-
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