La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO 339
si in una provincia genovese, quando Cantacuze-110 rinvenuto dallo stordimento (6 maggio), offri tali patti, che a niuno diè l'animo di ricusarli, ed eccone i principali:
L'accordo fatto dall'ammiraglio con Orcane-bey restava fermo; quello dell'imperadore coi Veneziani e i Catalani era annullato; anzi ei si obbligava durante la guerra a non ricevere loro galee ne'suoi porti e littorali, eccetto se una sola ne approdasse con qualche bailo e ambasciado-re, o se più d'una venissero a prender terra o rinfresco in qualche cala e spiaggia disarmata.
Entro il detto termine non era lecito ai greci navili, fuori che ad uno per volta, di toccar porti appartenenti a'Veneziani e Catalani; nè per quel tempo nè per l'avvenire era pur lecito a'Greci di navigare alla Tana e nella palude Meotida se non di conserva coi legni de'Genovesi, salvo che il doge, richiestone per ispeciale ambasciata, il consentisse.
Sopra tutto si confermavano con formola inusitata tutte le convenzioni antiche a nuove. Le antiche e già palesi erano quelle de'primi tre Pa-leologhi e del Cantacuzenostesso nell'anno i348. Le nuove non si possono diffinir con certezza3 perchè un trattato non molto posteriore usò pari formola; ma tutt'insieme contenevano cessione di Silibria nella Propontide, di un'altra Eraclea in Natòlia, e di due punte di terra nel Bosforo tracio presso al Promontorio sacro, che si chiamavano le chiavi del mar Nero. Bisogna piegarsi ai signori del mare, scriveva l'imperatore Cantacu-
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