La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
346* LIBRO QUINTOtre si danno alla fuga. Annegati o uccisi rimangono più di duemila, e tremila cinquecento prigioni, fra'quali molti de'buoni e grandi cittadini. 1 vincitori con pcca perdita approdano all' isola. Gli uomini d'arme ond'erano forniti in gran numero, occupano Alghero, Castel Lione, Sassari e quanto dopo l'ultima pace tenevano ancora i Genovesi.
(i 354)- Rare volte si vede un popolo disgraziato far senno. Se dopo la vittoria del Bosforo le diverse fazioni di Genova si erano occultamente adoprate, dopo la rotta d'Alghero si agitarono alla scoperta. Non fu modo d'intentare processo al fuggitivo ammiraglio. I Ghibellini che l'avrebbero voluto, si opponevano a qualunque altra deliberazione, e i Guelfi a questa; il consiglio era diviso, il doge imparziale ma irresoluto. Fra questi dispareri uscì una tal voce .'Perchè non seguitiamo l'esempio de'padri nostri a'tempi di Arrigo e di Roberto? Si respirò pure allora;e quando il giogo parve pesante, per isgabellarsene bastò volere. La plebe irritata dal caro de'viveri, suo primo pensiero, faceva coraggio agli autori del tristo consiglio. Erano costoro i zimbelli di un ambizioso vicino, il quale dopo il fatto d'Alghero avea chiuse le tratte de'grani lombardi, avvisando le provvisioni di mare essere intercette dall'armata vittoriosa. Giovanni Visconti era a un tempo arcivescovo e signor di Milano. Matteo autore del memorabile assedio di Genova era suo padre. Marco che l'assediò in persona, Galeazzo successore di Matteo, e Lucchino marito d'Isabella Fieschi erano suoi fratelli. Estinti costoro, egli unì
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