La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO 351
Don Pietro re d'Aragona deliberò di trasferirsi in persona nell'isola. Fatta pertanto un'armata di sessantatrè galee, cocche e uscieri con molli fanti e cavalli, pervenne al golfo di Cagliari, nè guari stette che respinse i Sardi nella parte settentrionale, e di terra e di mare strinse Alghero d'assedio. Mariano fidandosi nell'aria nativa aju-tata dalle febbri autunnali aveva ridotto sue genti ne'luoghi murati, e difendevasi così francamente che non ne perdeva pur uno. Sopravennegli intanto un nuovo nimico, l'ammiraglio de'Vini-ziani, invitato dagli Aragonesi.
Veramente Pagano Doria avea procurato di attraversare a costui il cammino, ma caso od arte, non lo scontrò; e tuttavia seguitò a cercarlo, finché passato non ebbe per molte miglia lo stretto di Messina. Dibattendosi allora tra diversi pensieri questo gli occorse, che i porti vicini a Venezia, da lungo tempo sicuri, sarebbero mal custoditi; e che una sorpresa, o la sola minaccia di assalirli costringerebbe l'ammiraglio Pisani a spiccarsi donde che fosse, per difenderli o racqui-starli. Così fatto come pensato, Pagano guidò la sua armata nel golfo di Venezia, e colà volteggiando, spedì l'antiguardia a Parenzo, ove nessuno aspettava nemici. Era Parenzo una doviziosa città dell'Istria dietro a una punta di terra, che •i naviganti solean riconoscere prima d'accostarsi alla capitale. Dare l'assalto al suo porto e impa-^ dronirsi de'legni quivi raccolti fu impresa d'un giorno (l): e nella notte seguente l'antiguardia,
(\) Petrarca, Variar. KK.
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