La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
352 LIBRO QUINTOricca di prede, si riunì all'armata. Moltissimi intanto della città e della provincia che fuggiti se n'erano fino a Venezia, esagerarono talmente la cosa, com'è costume de'fuggitivi, che si tenne per costante, non essere questo un colpo di ina. no e un'arte di guerra, ma tutta l'armata de'Genovesi indirizzarsi già da Parenzo contro la sedia stessa, e il capo della repubblica. Anche i pescatori all 'intorno lo confermarono. Onde la plebe paurosa, i cittadini, i patrizi, il senato, persuasi dalla voce comune, serrarono con catene di ferro il porto di San Nicolò eh'è innanzi a Venezia, e alzate in gran fretta delle bastìe di legname sopra i lidi delle lagune, presero a mutarvi dì e notte le guardie senza distinzione di gradi. L'uomo più agitato dal subito caso e più impaziente d'ogni riposo, era lo stesso doge. Non già che l'animo suo alquanto inclinato nella prospera fortuna a sollevarsi, scadesse nell'avversa; ma sta-vagli sempre su gli occhi l'immagine di Costantinopoli a tal pace costretta, che l'imperadore ne aveva perduta ogni estimazione. Ah! mille morti prima, che tanta infamia incolga al Veneto Leone! e così ripetendo, sempre vestito di pesante armadura, senza chiudere quasi palpebre, alse e sudò, fin che si seppe sgombro rarenzo, e l'armata nimica lontana. L'esaltazione dell'anima nelle grandi vicissitudini della fortuna, è una purissima fiamma che avvalora a un tempo, e consuma coloro in cui s'apprende. Sicché Andrea Dandolo sopravisse sol pochi giorni al ritorno della pubblica quiete, felicissimo in questo che lasciò la patria piena del suo nome, e non vide il maggior disastro di lei!
| |
Venezia Genovesi Parenzo San Nicolò Venezia Costantinopoli Veneto Leone Andrea Dandolo
|