La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO <355
uando il Dandolo era vivo e il Pisani non vinto, à peso a tale opinione. Ma fosse almen sopragiunto in Sardegna ove conoscer doveva le strettezze di Alghero, certo che avrebbe conservata quella piazza importante, inanimito il giudice di Arborea, e forse pur liberata tutta l'isola dagli Aragonesi. Nulla di tutto questo seguì, perchè i Genovesi han vinto sovente, e rare volte o non mai han saputo giovarsi delle vittorie. Dalla Sapienza il loro ammiraglio fe'cammino per Genova; e gli Aragonesi divolgarono in Sardegna che egli era stato sconfitto. Donde gli abitatori di Al-
fhero, dopo quattro mesi di gloriosa difesa, per-uta ogni speranza, furono costretti a render la terra e a ritirarsi nell'interno dell'isola co'loro averi. Il giudice Mariano posò l'armi anch'esso; ma gli Aragonesi solleciti di guadagnarselo dopa la sconfitta de'loro confederati, gli fecero patti da vincitore: possedesse quietamente gli acquisti fatti in Gallura, non che gli stati aviti d'Arborea; ricuperasse i feudi sequestrati in Ispagna : nessuno che gli fosse nemico o giustamente sospetto, potesse venire per luogotenente o governatore regio in Sardegna; e finalmente a sua petizione Matteo Doria riavesse con la grazia del re i feudi di Monteleone e di Castelgenovese.
(i355) Nel tempo di questi trattati l'invidiato arcivescovo morì in Milano di un sozzo carbonchio natogli sopra il ciglio; ei tre nepoti, Matteo, Bernabò, Galeazzo indebolirono lo stato dividendolo in terzo, salvo che Genova e Milano rimasero in comune. Veramente il principato di Genova era a vita dell'arcivescovo. Ma subito dopoed
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