La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
356* LIBRO QUINTOla morte di lui, quattro deputati, eletti dal luogotenente Pallavicino, giurarono omaggio ai tre fratelli (*). La fretta o la diffidenza erano tali che i magistrati della città non vennero perciò convocati. Queste mutazioni avrebbero rianimati i Veneziani, se alla grave sconfitta della Sapienza non tenea dietro l'orrida congiura di MarinoFa-lier successore di Dandolo. Costui accecato da gelosia, disio di vendetta e ambizione macchinò di sollevare i patrizi per farsi tiranno. Già balenavano sicuri indizii delle sue macchinazioni, e ognuno ne aspettava d'ora in ora lo scoppio, quando nella piazza di san Marco apparve con spada insanguinata in pugno un senatore, gridando: è stata fatta la gran giustizia del traditore! A molti de' suoi complici toccò la stessa pena; molti altri fuggirono; e si elesse tranquillamente Giovanni Gradenigo, il quale procurata la pace co'Genovesi, l'ottenne a'patti seguenti (2):«1 Veneziani dovessero stare tre anni senz'andare coi loro navili alla Tana, facendo in quest'intervallo loro porto e mercato a Caffa. Pagassero per riscatto de'loro prigioni dugento migliaja di fiorini d'oro. Non avesse cominciamento la pace se non fra tre mesi, per dar tempo al re d'Aragona di accordarsi con Genova restituendole Alghero \ se no, rimanesse in guerra da sè solo. A niuna delle due parti fosse lecito armar nuovi legni, e se i legni armati che navigavano in diverse parti del mondo, si danneggiassero per avventura l'un
(1) Cerio, III, 229.
(2) M. Vill.,lib. 5, 48.
ed
| |
Pallavicino Veneziani Sapienza MarinoFa-lier Dandolo Marco Giovanni Gradenigo Genovesi Veneziani Tana Caffa Aragona Genova Alghero Cerio
|