La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
370* LIBRO QUINTOdell'isola, Brancaleone Doria. Nemica ereditaria degli Aragonesi videsi vinta, ma non atterrita mai. Sicura prova d'animo grande fu pubblicare un codice di leggi tanto superiore alle dottrine del suo secolo che vi abolì la tortura. Un morbo epidemico troncò i suoi giorni l'anno i4o4- In lei finirono l'indipendenza della Sardegna, la gloria e il principato di Arborea.
Ma per ritornare colà donde ci dipartimmo, seguiteremo a parlare del doge Boccanegra. Il quale troppo ben conoscendo quanto all' interna quiete giovasse un qualche esercizio di guerra, soccorse i risani a'danni de'Fiorentini; il che dispiacque alla plebe, naturalmente tenace degli odii nazionali. Avevano i Pisani acconsentito o tollerato lungamente, che le mercanzie di Firenze godessero di piena franchigia nel porto loro, vale a dire, che ricevutevi fossero, custodite e caricate per qualunque parte del mondo, senza pagare alcun dazio. Ma in processo di tempo, o invidiassero i comodi da ciò risultanti, o dopo tante guerre infelici gli costringesse necessità di danaro, e'denunziarono il termine di quella franchigia. Usò il comun di Firenze rimostranze, preghiere, minacce^ nulla valendo s'appigliò al partito, come quello che non aveva porti propri di spedire le merci a Talamone, porto appartenente a' Sanesi.
Accortosi il governo pisano del commesso errore, rivocò il decreto; ma veggendo durar per vendetta l'avviamento preso per necessità, mandò otto galee a bloccar Talamone, e altrelante ne ottenne dal doge di Genova. La guerra si accese in terra e in mare. I Fiorentini bramosi di torreed
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