La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUINTO S8.'>
fenacompete al sovrano del reo; nč i poteri dei-ammiraglio si estendevano a derogare le leggi fondamentali, nč un uomo pubblico per dignitą poteva farsi privato per interesse, nč. la. parola ufiziale doveva ristringersi a reggitori di terre o a salariati, trattandosi di un divieto generale, troppo conforme alle leggi romane e alla sana ragione (l). Damiano dunque pagņ, con la mortificazione per giunta di veder fatto dono a Pier Fregoso di un bel palagio a Fassolo, di ottantamila fiorini d'oro per adornarlo, e di piena franchigia in catasto tanto per sč che pel suo primogenito. Cosģ in relazione del magistrato inesorabile a Damiano fu deliberato dal parlamento, nascondendosi l'adulazione del doge sotto l'apparente ragione, che il valore disinteressato merita premio. Pur quale patrizio veramente buono si terrebbe onorato da esenzioni che aggravano i suoi cittadini? Damiano indispettito ne andņ in corte di Roma, ove Urbano VI lo creņ senatore e maresciallo di Santa Chiesa. Carlo VI gli diede pure il titolo di maresciallo in Francia; ma le dignitą non rammarginano l'onore.
Ebbe l'impresa di Cipii quest'altra particolaritą notabile, che fu cominciata in tempo di peste, e finita in un anno di tal carestia, che se non corse error negli annali, la mina del grano valeva sedici fiorini d'oro. (i3y6) Cessati ambedue que'flagelli, si celebrarono grandissime feste per lo passaggio di Gregorio XI, il quale riportava la Sede apostolica al luogo di lei sol degno. Vera-
(I) Consiliorom 378, lib. V.
Serra, T. IL 25
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