La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 387
pace facesse infestar da pirati il commercio del-i l'Arcipelago e del mar Nero. D'altra parte Gio-i vanni accagionava dell'essersi cotanto ristretto i co'\eneziani l'indipendenza orgogliosa che i co-
loni di Pera gli affettavano sugli occhi; e ripone-i va la colpa di sua alleanza co'Turchi nel totaleabbandono che la cristianità faceva di lui e del suo imperio. Quali istanze, quai tentativi non aveva egli usati per tempo? Dopo ferventi lettere e solenni ambasciate, egli stesso si era mosso da Costantinopoli, e di corte in corte, di città in città era ito implorando la fede de'principi, delle repubbliche e del romano pontefice, da lui venerato, controia profonda antipatia de'Greci, capo della Chiesa e maestro della vera dottrina. Ma chi si era adoperato per lui? Chi avevalo efficacemente soccorso? Quali guerre di confinanti, quali disegni di conquiste erano state sospese in suo favore? Or se a niuno caleva dell'imperio orientale, se coloro medesimi che vivevano della sua esistenza erano più solleciti di consumarne gli , avanzi che di perpetuarne i vantaggi, ingiusti e in-^^^^SÉnsati chiamava i suoi detrattori, e umano e pio a rispetto di quelli il soldano de'Turchi, il quale potendolo soprafare e opprimere del tutto, gli apriva un ultimo scampo nella sua amicizia (!).
Le doglianze di Giovanni Paleologo non erano senza qualche ragione. Ad ogni modo gli avvenne ciò che suole a'disgraziati, i quali per fuggire un male cadono in un peggiore. I Veneziani e i Turchi sentendolo in istizza co'Genovesi, gli si mise-
(1) Vedi la nota e.
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