La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 407
dente, corrono all'arme, bramosi di vendicare la loro bandiera. Ma vi s'oppongono gli Anconitani, dicendo di non voler guerra in casa, nè tampoco prendersi contro i Genovesi. Così le prede son tratte fuora senSa contrasto, due abbruciate a vista d'Ancona, la terza condotta a Genova col bottino e i prigionieri.
11 rimanente convoglio caricò in Puglia sotto la scorta del suo ammiraglio. L'attese al ritorno la vanguardia nimica presso al castello di Marinata; dove appressandosi a tratto di balestra, cominciò una forte scaramuccia, nella quale il comandante della vanguardia fu ucciso da un verrettone, e Vettore colpito in faccia leggermente. I Genovesi si ritirarono, e gli altri seguitarono lor cammino nel golfo, a fine di non arrischiare per una caccia d'esito incerto il sostentamento dei loro cittadini. Nella sua lunga dimora a Traù e quindi a Zara, Luciano Doria aveva asseguito due cose mòtto importanti; cbe le sue genti si esercitassero, e cbe l'armata nimica non passasse alla parte opposta d'Italia.
Or quando la stagione gli parve stabilita, le-vossi $ a Zara con tutte le navi, andò verso l'Istria, prese Rovignc, Caorle e Grado; nè venendogli trovati i nemici che fino a quel tempo aveva evitati, s' allargò mi golfo. Sentite queste cose in Venezia, inviarono mille fanti con dugento cavalli nel Friuli per ricuperare le terre perdute. A cui andò incontro il patriarca d'Aquileia, e fatta battaglia, in modo li ruppe, che nè pur uno fuggi. Luciano si abbattè in tre navi da carico scortate da sei galee, e, prese le navi con la scorta,
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