La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
4 14 LIBRO QUINTOsei mesi stèsse in carcere, e per cinque anni fosse inabile a qualunque reggimento civile o militare. Sfogata l'invidia si senti più vivamente il pericolo. Per ciò elessero una cosa di mezzo fra intercessore e legato, il generale dei frati minori. Cominciando il generale da Padova, esortò quel principe a far buona pace co'Veneziani, promettendogli la man sul petto che acquisterebbe degli amici generosi e fedeli. A queste parole il Carrarese rispose non essere ancor tempo di ragionare di pace,nè più altro disse. Avuta cotale risposta, il medesimo mediatore ne andò alla corte d'Ungheria, e supplicò il re Lodovico in opera di misericordia a riconciliarsi tutti con Venezia, ag-che abbastanza di sangue cristiano si era sparso, con altre lamentazioni assai. A cui Lodovico replicò esser vano il pregare, se prima non restituivano ciò che dovean di ragione. Altra risposta non gli diede. 11 frate senz' alcun profitto se ne tornò alla Signoria; la quale disperando della moderazione de'suoi nemici, si rivolse agli ajuti celesti, ordinò processioni e altre pie cerimonie solite praticarsi nelle sventure. Ma non per questo abbandonò i mezzi umani. E poiché il Pisani era tenuto in prigione e il Zen corseggiava in Levante, ella commise il supremo governo dell'arme a Taddeo Giustiniano capitano dopo
3uei due riputatissimo; e al veronese Cavalli, ottissimo ingegnere dell'età sua, fece munire i porti di San Nicolò, di Malamocco e di Chioggia, quanto il pericolo imminente concedeva.
Giova alla chiarezza de'fatti una succinta descrizione del luogo. In cima adunque del golfogiugnendo
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