La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 441
nali ripetere, i nemici sono entrati (0, vengon dentro i nemici! Sbalzò dal seggio ducale il Contarmi gridando, or non fa più mestieri di ragionamenti, fatti ci vogliono. E sceso giù da palazzo, come la moltitudine il circondò lagrimando per tenerezza così egli esortolla a far cuore, a dare il suo nome, a seguitare il suo doge. Guai, se negli estremi pericoli di una repubblica il suo capo non è degno di ricevere o d'arrogarsi il supremo potere! Non si sa se i senatori concordi ne spedissero il decreto; ma certo che il buon Contarmi, più dittatore che doge, fece il Pisani primo de'capitani, Giustiniano il secondo, trentadue altri gentiluomini di altretante galee, e sè medesimo capitan generale di tutte le forze terrestri e marittime della Repubblica. Pubblicate appena queste elezioni, si seppe i Genovesi non aver passato Po veglia, incerto restando se quelle voci fossero figlie di timor panico o d'alta prudenza. Con tutto ciò l'impulso era dato. Chi profferiva nuovi scafi, chi danaro e munizioni; chi alzava stendardi dorali per allettare la gente ad arrolarsi; insomma men di tre giorni bastarono per metterla a numera se non di pratichi, almeno di pronti e volonterosi. Per rimeritare e accrescere la concorrenza, il consiglio maggiore promise a'mercatanti forestieri la ciltadinanza, alativi meno agiati e a'loro eredi in perpetuo, l'annuale dispensa di cinquantamila ducali d'oro; a trenta de'cittadini più benemeriti insieme e più
(I) Vedi il Caresini ch'era cancellare del senato e testimonio di veduta.
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