La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
448 LIBRO QUINTOmanco da una pietra. Strascinata in Candia la preda, il padrone d'una galea che colà il cercava, gli rinnovò il comandamento della Signoria, di tornare senza indugio a Venezia sotto pena della sua disgrazia. E allegando egli il bisogno che aveva di spalmare dopo un corseggiar sì lungo, Vito Trivisano governatore dell'isola si fece portar la mannaja, e dissegli (*); se passato il suono della campana di palazzo, un sol uomo delle vostre galee si troverà in terra, chiunque egli sia, io gli farò sbalzare sotto quel ferro il capo! Convenne dunque partire. Il viaggio fu lungo, tanto che un poco più tardi era invano. Il dì primo di gennaio Carlo Zen comparve con quindici galee e molti legni minori sopra il porto di San Niccolò; lo stesso giorno si fece vedere a Chioggia e a Brondolo. Dietro a lui vennero più carichi di grano, e quattro galee d'Arbe e di Candia, in tutto cinquantadue vele. Non fu mai cangiamento sì subitaneo. L'abbondanza fugò i pensier disperati, e l'opportuno soccorso alzò più gli spiriti che in altre congiunture un'armata due volte più numerosa. Contarmi e Pisani lo si divisero ira loro, tanto che il primo venne ad avere sopra il porto di Chioggia trentasette galee, il secondo sopra Brondolo diciasette. Riunì Barba-rigo nella laguna dugento legni sottili, e Carlo Zen più esperto della milizia terrestre prese in terra ferma il comando di dodicimila fanti nuovamente accresciuti con cinquemila venturieri (2).
(1) Sanut., col. 698.
(2) Vedi la nota m.
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