La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 449
Strignere i Genovesi e affamarli per modo che nè per mar nè. per terra abbiano scampo, è la mira di tutti; di vincerli in battaglia nessuno aveva speranza.
L'animo di Pietro Doria si rode a tal vista, cento volte accusando la sua cecità, che antipose un pessimo consiglio a quello del Carrarese, il quale voleva guardar Chioggia con le sue genti, e che i Genovesi guardassero il mare. Convocato pertanto il parlamento militare, ingenuamente dichiara essersi commesso un grande errore a rendersi in vece di assediatori assediati. Conoscere sè stesso il più colpevole di tutti, non per difetto di avvedutezza, ma di costanza. Gli errori sono di tutti gli uomini, la pena segue gli errori. Ma dove Tuoni vile non fa altro che rammaricarsene, il generoso procaccia di ripararli con doppia virtù; il resto è della fortuna. Se nessuno dei foro avi, se nessun de'nemici non perdè mai per sua colpa più bella occasione, nessuno ancora non l'ebbe all'ammenda migliore: perchè.avevano incontro la medesima gente mille volte sconfitta, la medesima preda vicina. Ogni zuffa, ogni battaglia ordinata era stata vinta da loro. L'artifizio, il caso, la pratica de'luoghi, una squadra di più non erano cose insuperabili al loro coraggio, purché si rammentassero di essere Genovesi. Quanto a me, soggiunse alzando la voce, io son risoluto a far l'ultima prova. Mai Pietro Doria non tornerà a'suoi cittadini con la vergogna in fronte; nè mai si lascerà mostrare a dito qual mancatore infelice alle speranze della sua patria.
Serra , T. II. 29
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