La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 46 rla vanità de* senatori si rinascesse allo spettacolo di nemici patrizi in prigione? Ridicolo trionfo ! ogni volta che l'armate genovesi conservavano il predominio del mare Adriatico, e da'loro governi strappando i podestà veneti, li trasportavano in Zara, città barbara, incatenati. Guaste erano le loro contrade, assalito da presso e quasi già aperto l'antemurale de*loro canali: e la Liguria intanto spettatrice non oziosa degli altrui danni, godeva una piena sicurezza, abbondava de'comodi della vita, e di mezzo al furore dell'arme raccoglieva i frutti della pace. Cessino adunque gli stolti trionfi e le vane lusinghe; una volta almeno si tratti una pace grata a'nemici, non vile a'Venezia; se pure quell'estreme rovine che la manifesta protezion di san Marco avea rattenute, l'ostinazione e l'orgoglio degli uomini non volevano ad ogni modo portare!
Sembrerà forse a taluni che il popolo veneto moltiplicasse troppe volte in querele. Non era egli
11 più facile a governarsi, il più netto d'invidia contro i patrizi? Certo che sì. Ma riflettasi a una guerra sì viva e sì varia quasi sotto i suoi occhi; cresciuti i consumatori, tolti i guadagni, scarso e carissimo il vitto. Chi manca di pane, si duol di ogni cosa; e i popoli marittimi sentono meno degli altri le guerre lontane, più le vicine. (i38i
12 di febbrajo) Dunque sì fatti clamori che non era prudente trasandar nè punire, sospinsero il senato di Venezia a rinnovare le pratiche di pace incominciate l'anno dinanzi a richiesta del pontefice Urbano VI. Il luogo delle conferenze fu Cittadella, terra del Trivigiano. Gli ambasciadoried
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