La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 46 rconvenuto. 11 resto era niente; ma l'arra del proprio figliuolo tanto dispiacque al Carrarese, che mosse altre due pretensioni, il pagamento di cinquantamila ducati dati in prestito al patriarca, e quello di venticinquemila simili distribuiti alle ciurme de'Genovesi quando presero Chioggia. Parve intollerabile alla Signoria di pagare i sus-sidii dati contro sè stessa. Onde troncò le pratiche di pace, e gittossi al disperato consiglio di rinunziare la città di Trevigi al duca Leopoldo d'Austria. Francesco Carrara se ne morse per dispetto le labbra; pure sbigottito dalla celerità degli Austriaci, si levò dall'assedio. Essi entrarono trionfanti in Trevigi.
Mentre queste cose si travagliavano in terra ferma, cinque grosse galee caricavano spezierie di conto pubblico in Candia, e l'ammiraglio Zen col nuovo armamento doveva scortarle. Correva il fine di febbraio, intorno al qual tempo Matteo Maruffo fu richiamato a Genova, e sottentrogli Isnardo Guarco, il vincitore della compagnia della Stella. La riunion de'suoi legni con quelli che avevano svernato a Zara, li portò a trent'uno. Come ciò si seppe a Venezia, mandarono ordine all'ammiraglio di non trapassare al suo ritorno Modone. Deponesse quivi il ricco carico, e aspettasse pazientemente un'occasione sicura. Egli portò le merci ove vollero: ma costante in giudicare che il miglior mezzo di non temere i nimici era di assalirli in casa loro, mandate dieci galee a Venezia, si addirizzò con l'altre all'opposto mare d'Italia. I suoi cittadini più afflitti della sua lontananza che lieti de'suoi soccorsi, levarono uned
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