La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 46 rcinque anni 35o,ooo ducati d'oro. Godranno nei porti della Dalmazia piena franchigia, e il re ri-nunzierą alle sue pretenzioni sopra l'isola di Pago; non farą sale in Dalmazia, nč permetterą aTe-gni corsari di annidarsi nelle sue piagge.
3.° Rimetteranno le cose in pristino col patriarca d'Aquileia; la cittą di Trieste dipenderą da lui; ma essi vi riscuoteranno il solito pedaggio.
4«0 Non potranno intromettersi nč direttamente, nč per indiretto nelle cose di Cipri. Nel porto di Famagosta saran ricevuti i lor mercatanti, e a paro trattati de' Genovesi.
5.° Consegneranno al conte Amedeo di Savoia T isola e il castello di Tenedo per essere guardati da un commissario di lui; e ciņ ch'esso conte avrą pronunziato di farne, sarą come sentenza di arbitrio, fedelmente eseguito.
6.° Renderanno e riceveranno i prigioni senza taglia; per opposto le prede gią fatte non verran restituite. E per levare l'occasioni delle discordie, niun Genovese nč Viniziano non potrą negoziare alla Tana o in Trebisonda.
7.0 Finalmente per malleveria di questi ultimi atti, sarą accettata l'obbligazione spontanea dei iorentini in dugentomila ducati d'oro.
Cotali temperamenti alle cose proposte in Cittadella fanno spiccare la destrezza conciliante del conte Amedeo. Dissipņ le incertezze del capitolo d'Aquileia con un partito affatto nuovo e in ap-
sarenza molto utile. Trovņ tre oneste cagioni ai anari senz'altro pretesi dal re d'Ungheria, e con pari costanza negati dalla repubblica di Venezia come disdicevoli. Liberolla da simili pretensionied
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