La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 477
troppo potenti nel mar Nero, fu sordo (') all'instanze di Megollo Lercari, il quale giuoeando agli scacchi con certo giovine cortigiano, accetto all'imperadore oltre il dovere, n'ebbe una guanciata. Megollo domandava a tutta forza la punizione del giovinastro. Ma vedendo ogni ragione, ogni istanza esser vana, disse che non avrebbe messo piè in corte, se avesse creduto esservi costume il negare giustizia; ma farebbe in modo di costrignere d principe di Trebisonda a emendare coteste sue usanze malnate. E così sfogando il suo sdegno montò sur un navilio di partenza per Genova; dove arrivato con barba non rasa contro il costume, si presentò a'suoi parenti tutto cruccioso, loro chiedendo dell'onor vilipeso, della negata giustizia, vendetta. La famiglia de'Lercari il provvide di due galee agilissime, e il governo, quantunque la guerra di Chioggia durasse ancora, gli diede munizioni e soldati. Avviatosi così al mar Nero, corse le lunghe piagge de'Lazii, antico dominio del re Mitridate. Non avea meno di trenta (2) galee il Comneno. Ma qualunque volta Megollo incontrava una forza troppo maggiore, con l'agilità superiore de'suoi legni pigliava caccia, e ritira vasi occorrendo a Sinope o dentro al Fasi. A forze men disuguali metteva la proda ne'fianchi dell'inimico e sempre vinceva. Tagliava il naso e l'orecchie a'prigionieri secondo il barbaro uso di que'paesi, e così malconci li rimandava., ardendo i navilf più grandi, sopra i più piccoli
(1) Giust., lib. IV. Domenichi, hist. mista, p. 385.
(2) Pelr. d'Outreraan, p. 699.
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