La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
6 LIBRO SESTOdivisarono contro la vecchia opinione de* loro politici, di allargarsi in Italia, ove nuli'altro più possedevano, che la torre di Piave e le piccole città di Mestre e Musestre. La costanza del loro governo, mentre gare domestiche mettevano sos-sopra gli altrui, le ricchezze del loro commercio impiegate a soldare i migliori condottieri d'Italia in un tempo che, disusati gli eserciti popolari, le guerre si facevano da'mercennari ; giustizia e umanità co' popoli soggetti, odio implacabile ai vicini che gli avevano una volta offesi, tali furon gli ordigni che in meno di un secolo trasferirono i loro confini dalle lagune dell'Adriatico alle porte di Milano. I Genovesi potevano conseguire altretanto, più presto e più facilmente, perchè avevano avuto meno incomodi nella guerra, e più vantaggi nella pace. Inoltre i principi e le città confinanti presentavano meno ostacoli alla grandezza loro, che non i marchesi d'Este, i signori di Padova, gli Scaligeri di Verona e i patriarchi d'Aquileja a'Veneziani. Asti, Tortona, Alessandria, Piacenza e Parmà avevano perduto ne'mali delle fazioni l'amore dell'indipendenza; nè altro più bramavano che un governo unito, stabile e potente. Minorità di principi e gare di feudatari affliggevano spesso e indebolivano il Piemonte e il Monferrato. Milano era più potente di.tutti; ma accerchiato da'Genovesi a ponente, come a levante da'Veneziani, il vacillante governo de'Visconti non avrebbe potuto difenderlo contro due bellicose repubbliche3 ricche del commercio dell'Asia e dell'Europa.
Dissensipni peggiori di quelle che precedette-
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Italia Piave Mestre Musestre Italia Adriatico Milano Genovesi Este Padova Scaligeri Verona Aquileja Veneziani Tortona Alessandria Piacenza Parmà Piemonte Monferrato Genovesi Veneziani Visconti Asia Europa Asti Milano
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