La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      8 LIBRO SESTObra più leggiere che il governo de'nazionali; il pericolo della servitù non fa orrore, e il nome stesso della libertà è un Orpello dell'ambizione. Di mezzo alla general corruttela sorgono alcuni esempi di antica virtù, come in un clima ingrato e di nebbie grave qualche dì sereno.
      La prudenza del doge Guarco aveva calmato infìno alla pace le dissensioni (i382). Or dubitando non si ridestassero secondo il costume, trattò cogli anziani di accrescere la guardia del palazzo, composta di soli settantacinque uomini d'arme. L'uffìzio della Moneta, a cui s'apparteneva, oltre le cose analoghe a quel nome, d'impedire gli eccessi d'autorità nei magistrati, s'oppose vivamente al pensiere del doge. Simili contese si avevano a decidere nel consiglio maggiore, detto altresì per antica consuetudine il Parlamento. Dopo la cacciata de'Fregosi, un consiglio maggiore era di legge nella seconda domenica d'ogni mese. Venuto il dì prefìsso in marzo (i383), gli Otto della Moneta accusarono il doge che volesse circondarsi di satelliti, come fanno i tiranni. Essere già inteso co'nobili per lui promossi alle dignità militari; proteggere i Guelfi ni-mici acerrimi del presente governo, e a senno suo aggirare il maestro della giustizia, importantissimo ufizio dato a una sua creatura. Da questi fatti patenti, non da incerti rumori, risultare pur troppo una costante tendenza all'autorità inlimitata. Nei primi tempi il rimedio esser facile, più tardi o impossibile o pericoloso. Proponevano adunque non solamente di vietar nuove guardie, ma di cassare le vecchie; d'interdire a'nobili più che i


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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