La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
14 LIBRO SESTOfoiosamente operate non gli dettero tanta autorità colla sua parte, quanta ne aveva l'Adorno, adulando solo la propria^ Perchè l'affezione della moltitudine è labile, ma inlimitata; quella delle classi superiori è sempre tinta.d'invidia.
Tocca la mèta de suoi desiderii, Leonardo invia due mazzieri ad Antoniotto per significargli le deliberazioni prese a San Siro: o ceda il luogo, o sarà trattato come ribelle. Non è facile a dirsi, perchè l'Adorno si stèsse tutte quelle ore inoperoso. Or comprendendo non esser più tempo, rispose a'mazzieri che ubbidirebbe; ed a quanti lo confortavano a non si smarrire, rispose non volere diventar temerario, dopo essere stato negligente. Montaldo adunque colla comitiva de'suoi aderenti andò a palagio, montò nel seggio dall'Adorno abbandonato; e il più vecchio degli anziani ,»li diede in mano la bacchetta ducale. Dopo tal cirimonia tutta la città si compose mirabilmente a concordia; e le feste rendute al principe Jacopo di Lusignano giovarono a rassodarla.
Jacopo, del quale facemmo memoria nel libro antecedente, era rimaso dieci anni nella gran torre di Genova. La morte di Pietro II re di Cipri senza successione il chiamava a regnare; gli isolani il desideravano ardentemente, e proteste-vano, che avrebbero volontieri portati per otte-nerlo, carichi più gravi di quelli a cui fl defluito re si era obbligato. Niccolò Guarco di'era a que'giorni doge, npn trascurò tanta occasione. Àbboccossi col principe; gli disse che Yinosservanza de'patti giurati da Pietro JI, l'aperta sua nimistà rendevano giustissima l'occupazione non
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