La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
, CAPO PRIMO 39
Queste invettive ferirono l'animò generoso e inesperto di Montaldo, tanto che un empito d'ira sogghignandone i maligni e gl'ingrati, rinunziò al governo. Nicola Zoagli fu posto in sua vece; il quale per amor di quiete, indi a due mesi cede la bacchetta ducale ad Antonio figliuolo dell'ottimo principe Niccolò Guarco (24 di maggio). I Fieschi intanto sollecitati dall'arcivescovo loro parente erari discesi in Val di Bisagno. Le parti de' Guelfi e Ghibellini cominciavano a riaccendersi; gli uni gridavano viva la Chiesa, gli altri viva l'aquila. Agi1 inviti de' suoi fautori Adorno entrò in porto sopra una galea, e volendo smontare, lo impedi il grosso mare. Ciò inteso da Montaldo, che infino allora era stato di mezzo, corse implacabile al lido, montò, non ostante il mar procelloso, sulla galea di Adorno, e disar-mollo in mezzo della sua gente. Quindi trattolo a terra, lo chiuse in una prigione delle torri di Vaca. A Guarco dispiacque il fatto per timore che Montaldo ne crescesse in riputazione. Il quale, penetrati i sospetti del doge, s'allontanò dalla città dopo aver liberato il suo nimico, e secolui oonvenuto, che tolto all'emulo il principato, niu-no di loro lo accetterebbe. Come il doge conobbe il loro disegno, andò ad assalirli, ma fu sconfitto e fuggì a Savona.
Le schiere vittoriose si mettono a predare ed ardere in ogni rione, quelli che erano Ghibelli-lini le case de'Guelfi e viceversa. L'antico e magnifico palagio degli arcivescovi non iscampa da quella barbarie. Finalmente i capi riconducono la calma. L'elezione del doge si appunta contro
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